Il Caciocavallo impiccato

Nata in Irpinia, una zona storico-geografica che corrisponde circa alla provincia di Avellino, la tradizione del Caciocavallo “impiccato” si è poi diffusa un po’ in tutto il Sud Italia, soprattutto come cibo di strada delle sagre e delle feste di paese. 

Ma è sufficiente avere un barbecue e il caciocavallo impiccato si può preparare anche a casa per amici e parenti. Per godere di questa preparazione, tanto semplice quanto gustosa e conviviale, basta procurarsi un caciocavallo vaccino fresco, stagionato appena poche settimane, in modo che non sia troppo salato. Serve poi un treppiede – o comunque una struttura, anche fai-da-te – a cui appendere il caciocavallo, utilizzando il cordino con cui viene fatto stagionare (meglio evitare di mettere a contatto una eventuale catenella in ferro con il formaggio stesso).

Sarà poi sufficiente lasciare penzolare il caciocavallo sulle braci ben calde, a una distanza di circa 10 cm: la parte del formaggio più vicina al calore inizierà quindi a colare e con una paletta o con la lama di un coltello si potrà porzionare il formaggio fuso e stenderlo su fette di pane casereccio abbrustolito. Ovviamente va degustato caldo, appena spalmato sul pane e le eventuali variazioni sul tema sono infinite: a noi piace in purezza, così com’è, ma c’è chi vi adagia sopra una fettina di lardo, chi del peperone crusco sbriciolato, chi della salsiccia sbriciolata. Nessun limite alla fantasia per questa preparazione che sa di festa, condivisione e amicizia.

 

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