Il caseificio Albiero: un felice connubio tra tecnologia e tradizione
Ogni visita in caseificio ci riserva delle sorprese e quella presso il caseificio Albiero di Lonigo (Vicenza) non è stata da meno, anzi!
È una bella (e lunga) storia italiana quella della famiglia Albiero, iniziata – come ci racconta Giuseppe Albiero che ci fa da cicerone – alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, quando Lino – il fondatore, nonché padre di Giuseppe – cominciò l’attività di produzione raccogliendo il latte delle fattorie locali vicentine.
Un decennio dopo la fine della guerra – siamo nel 1955 – Lino costruisce il primo stabilimento a Montorso Vicentino, un piccolo comune ai confini con la provincia di Verona. Casualmente viene in contatto con alcuni casari del Sud Italia trasferiti al Nord alla ricerca di miglior fortuna (dobbiamo ricordare che sono gli anni del Dopoguerra), che gli trasmettono conoscenza e tecnica delle paste filate e del provolone. Lino inizia quindi a produrre nel suo stabilimento il provolone, un formaggio sconosciuto al Nord in quell’epoca e di cui non vi era sufficiente produzione al Sud. La produzione di paste filate – in primis di Provolone Valpadana Dop – rimane ancora oggi la principale produzione dell’azienda Albiero, che nel frattempo è passata nelle mani dei 4 figli: Giuseppe, Angela, Giancarlo e Silvia, ognuno con il suo ruolo ben definito. Non solo la famiglia è aumentata negli anni (anche qualche nipote di Lino ha iniziato a lavorare in azienda) ma anche la produzione ha avuto un incremento notevole, tant’è che è stata inaugurata una seconda sede produttiva, a Lonigo. Nel 2012 la sede di Lonigo è stata ulteriormente ampliata, raddoppiando lo spazio dedicato a stagionatura e confezionamento. Ma al di là degli spazi, sono gli investimenti impiegati nella ricerca e nella tecnologia di produzione a fare dell’azienda un esempio di eccellenza. L’evoluzione da piccolo caseificio ai piedi della Pedemontana ad azienda che esporta in tutto il mondo (Americhe, Giappone, Australia) è stata davvero notevole e non possiamo che rimanere impressionati dall’altissimo livello tecnologico che – seppur lungi dall’essere ormai artigianale – rispetta ancora come un tempo le tradizioni.
Nel nostro giro in caseificio scopriamo che oggigiorno il caseificio Albiero produce e commercializza anche molti altri prodotti caseari, ma – come detto – il Provolone e le paste filate (come provole e scamorze) rimangono il fiore all’occhiello di questa azienda.
Il Caseificio Albiero fa parte del Consorzio Provolone Valpadana (che attualmente conta 11 produttori) dal 1984. Il latte utilizzato per la produzione è esclusivamente italiano, soprattutto veneto: il 40% proviene da stalle di montagna (poste a 1300/1600 metri slm), un 15% proviene da stalle di collina e il resto da stalle di pianura.
I magazzini di stagionatura del Provolone Valpadana Dop sono davvero impressionanti – almeno quanto quelli del Parmigiano Reggiano o del Grana Padano.
Ed è curioso scoprire le diverse forme e pezzature del formaggio, ognuna con caratteristiche e mercati propri, come ci spiega Giuseppe: c’è la forma a pera, a mandarino, cilindrica, a pancetta, a salame. E anche il formato può variare da pochi etti a oltre 100 chili. Il Provolone Valpadana Dop è infatti il formaggio a pasta filata che può vantare la maggior varietà di forme e pesi.
Le forme di Provolone Valpadana possono inoltre esser ricoperte di materiali coprenti colorati (rosso o nero) che rendono le celle di stagionatura ancora più curiose e variopinte.
La nostra interessantissima visita si conclude nella sala del confezionamento, dove macchine all’avanguardia porzionano il formaggio e lo confezionano in pratiche porzioni.
Tanta tecnologia dunque, ma supportata da altrettanto sapere, professionalità e tradizione, che fanno del Provolone Valpadana di Albiero un prodotto di eccellenza del made in Italy nel mondo.